Mi sto annotando, a ogni tour che faccio, tutte le particolarità che i turisti notano sull’Italia e sul nostro stile di vita🤌🏼
Nei vari tour che faccio, mi capita di notare come certe cose che per me sono normali, per loro sono usuali o diverse. È uno degli aspetti che mi piace di più del mio lavoro.. vedere il mio Paese attraverso i loro occhi e capire cos’abbiamo in comune e cosa invece è tipico italiano. Cosa ci differenzia e cosa invece è per tutto il mondo uguale 🙂
Eccone alcune riflessioni 😄
- Quando parlo del sistema scolastico italiano rimangono sempre tutti stupiti del fatto che a 14 anni gli studenti italiani debbano già scegliere che tipo di scuola superiore frequentare. Praticamente in nessun altro Stato, che io sappia, è così. Questo ci differenzia da tutti. Al tempo stesso, apprezzano moltissimo la divisione delle scuole superiori per indirizzi, ovvero il fatto che ci si possa specializzare in un ambito (come le lingue straniere per il liceo linguistico, nelle materie scientifiche per lo scientifico). E che questo valga anche tra gli istituti tecnici sorprende ancora di più. Il fatto che si scelga tra grafica, ragioneria, professioni sanitarie.. all’estero non c’è questa forte distinzione ed è invece qualcosa che viene apprezzato molto da fuori
- Non capiscono bene il concetto di “per andare in bagno prendete un caffè veloce da qualche bar“. Fuori dal’Italia non hanno tanto la cultura del caffè in piedi, al bancone, di 5 minuti. Per un non italiano, spesso, prendere il caffè significa sedersi al tavolino e gustarlo con calma. Non c’è neanche l’idea di bar dove fare colazione come intendiamo noi. O hanno il bar che fa da bere la sera con gli alcolici, o i locali come caffetterie che vendono anche torte e dolci.
Inoltre, per molti la parola caffè è generica e spesso associata alla tazza grande.. devo sempre specificare espresso - Quando dico che molti trentenni ancora vivono in casa con i genitori sono sempre allibiti. Per un tedesco o olandese, ma anche per un americano o canadese, è normale andare via di casa a 18 anni. Molti americani, per esempio, si trasferiscono da uno Stato all’altro per andare al college appena finito l’high school. Sono abituati a lasciare la casa di famiglia in giovane età, cosa che qui non è così frequente, anche perché molti italiani studiano all’università nella loro città natale e vanno via di casa con calma, dopo aver trovato un lavoro stabile. Ma finendo l’università di solito intorno ai 24/25 anni è difficile andare via di casa prima…
- Sono sempre incantati dai negozi di frutta e verdura, dai panifici, dalle macellerie. Rispetto agli Stati Uniti, ma anche ai Paesi Bassi o al Regno Unito, manca un pò l’idea del tipico negozio di quartiere che sforna il pane ogni mattina, o il pescivendolo che vende pesce fresco e saluta amichevolmente i clienti che passano. All’estero, spesso, sono le grandi catene o i supermercati a vendere frutta, verdura, pane e dolci. Se ci penso, di panifici ne ho visti davvero pochi all’estero, così come fruttivendoli. È un aspetto che viene sempre molto apprezzato e associato come “tipico italiano”, ma anche genuino e salutare
- Questo nostro urlare o gesticolare è sempre molto notato con grandi sorrisi. Quando faccio i tour per Genova, capita spesso che incontri o saluti qualcuno che conosco.. che il più delle volte mi chiama gridando dall’altra parte della strada. I nostri gesti con le mani, i saluti a voce alta, gli abbracci e baci sono percepiti come qualcosa di esotico, ma soprattutto di molto caloroso.